Una notte lunga quarant’anni - Libro

Stefano Furlan – Una notte lunga quarant’anni

Un racconto racchiuso in 179 pagine di memoria su uno dei primissimi casi di morti da stadio. Una testimonianza tangibile di quanto accaduto quel mercoledì 8 febbraio 1984 e di chi era quel ragazzo chiamato Stefano Furlan.

Il libro ritrae tutti gli elementi di questa vicenda, gli ultimi momenti della vita di Stefano, la partita e quello che accadde nei minuti dopo il fischio finale.
Si racconta il percorso che è stato intrapreso dalla sua morte fino ad oggi, le battaglie della madre, le numerose commemorazioni tra le quali alcune con la presenza di Cristiano Sandri, fratello di Gabriele.
Alcune pagine sono state scritte da Fabio, amico di Stefano, che lasciano intendere la genuinità di un ragazzo con la passione per il calcio e per la Triestina.
Il testo è un viaggio negli ultimi 40 anni di tifo italiano, foto e documenti che attestano l’omaggio alla memoria fatto da tante curve, con frasi esposte ed articoli su riviste di settore.
Viaggio che si conclude con il contributo di Francesco Cuomo, fumettista e tatuatore,
che va a ricostruire gli ultimi momenti di un ragazzo come tanti, con le sue passioni ed i suoi sogni nel cassetto.
Passioni che forse non si sono spente, ma un cassetto che non sarà più riaperto.

Il libro che racconta la vicenda di Stefano Furlan

Il ricordo di Stefano Furlan nel panorama ultras italiano


In questo cammino, la madre di Stefano è stata supportata dai ragazzi dell’allora Ultras Trieste che fecero uno striscione con la scritta “Stefano presente” da portare alle partite interne.
Numerose le iniziative, dai memorial calcistici agli striscioni messi in giro per la città, dai vari volantini di controinformazione al più svariato materiale con il suo nome.
Nelle altre curve italiane c’è sempre stato un enorme interesse sulla vicenda.
Il primo episodio di solidarietà si registrò il 12 gennaio del 1986 in occasione di Cesena – Triestina, con le tifoserie che all’epoca erano legate da un’amicizia.
Da quel momento numerosi i messaggi col nome di Stefano, in Italia e all’estero.
Fino ad arrivare al 2024 quando, per il quarantesimo anniversario della morte, i ragazzi della Curva Furlan e l’associazione “Stefano presente” hanno organizzato la mostra allestita “Col tuo nome addosso” in zona Porto Vecchio, che ha visto la presenza di numerose tifoserie italiane ed europee.
Una rassegna con un’enorme quantità di foto, volantini ed elementi che ritraggono la Curva Furlan.
Elemento particolare è la riproduzione della camera di Stefano intatta, come lui l’aveva lasciata prima della partita, con una musicassetta di Umberto Tozzi ancora nel mangianastri.
In questa estate la Curva Furlan sta facendo un tour di presentazione del libro, ospite delle curve d’Italia, per portare il racconto sulla vicenda di Stefano in ogni dove.

La Mostra "COL TUO NOME ADDOSSO" al Porto Vecchio Magazzino 26

Cosa accadde quel giorno

 

Era un mercoledì di Coppa Italia. Quel giorno si sfidano Triestina e Udinese, dopo sei anni dall’ultimo derby.
I triestini aspettavano quella partita con trepidazione, ci fu una massiccia affluenza al vecchio Pino Grezar, il secondo stadio più importante della città dopo il Nereo Rocco, di recente costruzione nel quartiere Valmaura, alla periferia sud della città.
L’aria era tesa già dal pre partita. La Celere della Polizia di Stato contribuì a scaldare gli animi, con una perquisizione degli spalti che causò il rallentamento del flusso all’interno dello stadio.
Per il resto nulla di rilevante fino all’accidentale incendio allo striscione Ultras Trieste.
I ragazzi appena si accorsero dell’accaduto scavalcarono per spegnere le fiamme, ma i Carabinieri presenti a bordo campo scambiarono quell’azione per un invasione di campo mettendoli così in stato di fermo. Fino al novantesimo non ci fu altro di rilevante.
Al triplice fischio dell’arbitro ci fu una escalation di episodi, in quel freddo pomeriggio di febbraio.
La folla che stanziava ancora sul piazzale dello stadio iniziò a subire delle cariche di alleggerimento da parte degli allievi della scuola di Polizia, presenti quel pomeriggio a fare servizio d’ordine all’evento.
Cariche che creano caos tra la chiunque indossasse materiale alabardato.
Stefano decide di allontanarsi, incamminandosi verso la sua Fiat 128 blu, parcheggiata in via Macelli, vicino allo stadio.
Dopo essere scivolato fu raggiunto da un gruppo di poliziotti.
Dopo essere brutalmente malmenato, testimonianze raccontano che fu preso per i capelli e scaraventato con la testa contro il muro.
Dopo essere stato portato in questura per qualche ora, ritornò a casa solamente verso le 21, con i vestiti strappati, pallido in viso e le lacrime agli occhi.
Riuscì a pronunciare solamente poche parole alla mamma Renata: “Mamma sono stato picchiato, in questura calci, pugni e schiaffi”.
La madre si reca in questura il giorno dopo a chiedere spiegazioni sull’accaduto. Gli viene detto che il figlio, ubriaco, stava danneggiando le auto parcheggiate. Versione smentita poi in seguito dai testimoni.
Lo stesso pomeriggio Stefano e la mamma raggiungono l’Ospedale Maggiore, dove i primi esami rilevano la frattura dell’osso temporale ed un ematoma epidurale.
Entra in coma e ci resterà fino alle 22:30 di venti giorni dopo, ora che decreterà la sua morte.
Inizierà la lunga battaglia di mamma Renata che dovrà lottare e scavare a fondo per arrivare alla verità dei fatti.
Ci sono stati vari tentativi di insabbiare l’accaduto, con vere e proprie intimidazioni.
Neanche la proposta di risarcimento del prefetto servì a placare la richiesta di giustizia, arrivata in seguito in modo irragionevole.
Solo un condannato, Alessandro Centrone, con un anno di reclusione con benefici e per la madre di Stefano un risarcimento di quasi cento milioni.
Mamma Renata non ricorse in appello, ormai stanca e addolorata per non aver ricevuto nemmeno un messaggio di scuse da chi gli ha portato via per sempre Stefano.

 

Stefano Furlan in curva
La vicenda raccontata sui giornali
Volantini storici degli Ultras Trieste

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Stefano Furlan – Una notte lunga quarant’anni
Topics
When
Sunday to Wednesday
December 23 to 26, 2022
Where
467 Davidson ave
Los Angeles CA 95716