La sera del 7 settembre 1996 Tupac si trova a bordo della sua auto, ferma ad un semaforo tra le strade di Las Vegas.
Una Cadillac si affianca ed uno dei passeggeri gli scarica contro quattro colpi d’arma da fuoco.
Pochi giorno dopo, essere stato ricoverato all’Ospedale dell’Università del Nevada, il 13 settembre Tupac Amaru Shakur muore.
La vita
Nato nel 1971 a New York, Tupac Shakur è stato rapper, attivista, attore e cantautore.
La madre, Afeni Shakur era militante nel Black Panther Party, movimento politico in difesa dei diritti degli afroamericani.
Afeni vive parte della sua gravidanza in carcere con l’accusa, con altri 19 militanti, di attentato ad un edificio pubblico.
Dopo qualche mese verrà scagionata, grazie ad una base difensiva tenuta in piedi da lei stessa, senza il supporto di avvocati.
L’ambiente dove crebbe Tupac era radicalizzato e fortemente intriso di appartenenza alla propria identità.
Il Tupac bambino inizia a muovere i suoi primi passi tra le periferie di New York, dove fa fatica ad inserirsi e a creare amicizie.
All’età di dodici anni si unisce ad una compagnia teatrale nel quartiere di Harlem, dove reciterà in “A raisin in the sun” nel ruolo di Trevis.
Tutto mentre la madre inizia a frequentarsi con un suo ex compagno, il quale la trascina nel tunnel del crack, che diventerà devastante per Afeni.
Nel 1986 Tupac, la sorellastra, Sekyiwa e la madre si trasferiscono a Baltimora, nel Maryland.
Lì Tupac, si iscrive a scuola, la Baltimore School for the Art, inizia a studiare ballo e teatro.
Il percorso culturale che intraprende rafforza le basi della sua coscienza sulle condizioni dei neri negli U.S.A.
La visione costruita già da bambino del pensiero del BPP lo porta a definire come obiettivo quello di migliorare la condizioni soprattutto delle madri di colore, lasciate da sole e senza alcun aiuto, causa alla quale dedicherà vari brani negli anni successivi.
La Thug Life ed i primi passi nel rap
La lettura delle Sacre Scrittura e di vari testi di filosofia lo portano ad un forte attaccamento alla spiritualità, infatti costruirà il suo personaggio fino ad elevarsi ad un vero e proprio profeta. Ovviamente l’aver speso parte dei suoi anni in strada aveva costruito in lui anche una parte sfacciata, sfrontata e spigolosa del suo carattere, la Thug Life di cui parlava un tatuaggio che fece in seguito negli anni.
Scrisse in quel periodo anche il suo primo pezzo rap, dedicato ad un amico che fu assassinato.
Tupac in seguito si trasferì nuovamente, questa volta dall’altra parte della costa, in California. Spedito lì dalla madre assieme ad un amico di famiglia, il cantante non gradisce questa decisione presa al suo posto e così inizia a spacciare droga continuando comunque a scrivere brani. Per le strade oltre a spacciare inizia anche ad esibirsi, con un amico, Ray Luy, fonderà un gruppo hip hop, gli Strictly Dope.
Nel 1990 firma il suo primo contratto di lavoro, con i Digital Underground, gruppo hip hop proveniente da Oakland. Insieme a loro partecipa a vari brani rilasciando due dischi,” This is an EP release” prima e “ Sons of the P “ poi.
Il suo primo album arriverà nel 1991 con “ 2Pacalypse Now “ tramite l’etichetta Interscope Records che riscuote subito un grande successo tra i giovani,forte del passaparola tra le strade infatti arriva a conquistare il disco d’oro.
Le tematiche affrontate da Tupac in quei brani sono taglienti e pesanti, vere e sincere. Non le manda a dire per nessun motivo e senza peli sulla lingua sbatte in faccia a tutti la realtà sociale a cui doveva far fronte la comunità afroamericana, la vita del ghetto e la situazione delle madri nere. Ovviamente tutto ciò non va giù alla parte “ sana “ statunitense, il cantante viene infatti attaccato anche dall’allora presidente degli U.S.A., James Danforth Quayle.
Parallelamente alla fase artistica, Tupac ha quella di strada, che lo vede coinvolto in qualche rissa, soprattutto quella dove verrà denunciato per l’uccisione di un bambino colpito da una pallottola vagante.Denuncia poi ritirata per l’accordo raggiunto dal rapper con i genitori che si conclude con un risarcimento da parte del cantante
Nel 1993 è coinvolto in una rissa con due agenti della polizia, ai quali spara. L’accusa contro di lui cadrà perché dalle indagini si risalirà che i due poliziotti avevano assunto droga e fossero in stato di ebbrezza.
Nel 1993 Tupac pubblica il suo secondo album, “Strictly 4 My N.I.G.G.A.Z” sempre con la Interscope Records. Il disco conquista la scena diventando disco di platino.
Nel dicembre dello stesso anno viene accusato di violenza sessuale nei confronti di una ragazza, lui si difenderà a spada tratta da questa accusa, dicendo di non aver mai avuto alcun rapporto sessuale con la fan che lo stava incastrando.
Nel mentre dei vari processi fonda il gruppo Thug Life formato appunto da Tupac Shakur, Big Syke, Mopreme Shakur, The Rated R, Macadoshis e Kato.Lanceranno subito un album, “Thug Life: volume 1”, album che conquisterà un disco d’oro.Il gruppo cesserà la sua attività nel 1994.
L’anno seguente Tupac va a processo per l’accusa di abuso sessuale e viene condannato a 4 anni di carcere. In quel periodo c’è anche l’uscita del suo nuovo album “Me against the world”, un concetto, quello della sua figura contro il mondo intero, che diventerà per l’artista una vera e propria paranoia.
L’album sarà una bomba, più volte disco disco di platino, venne trascinato da brani come “Dear Mama” e “If I Die 2nite”, pezzi che ancora oggi fanno riflettere a cosa avrebbe potuto fare e dare alla musica contemporanea, lui che si è reso pioniere e rivoluzionario del cambio d’identità e dello stile, traghettatore della trasformazione dal passato al futuro.
Mentre sconta la sua pena, all’improvviso viene scagionato, grazie al pagamento della cauzione da parte su Suge Knight, prima guardia del corpo e poi produttore discografico della Death Row Records. Suge Knight ovviamente non fa questo per pura benevolenza, ci vede lungo e mette gli occhi sull’artista, infatti lo obbliga a firmare un contratto con il quale costringe Tupac a comporre tre album con la casa discografica.
Tupac inizia così a lavorare per Suge e la sua etichetta, scrivendo e producendo continuo materiale musicale, esce così nel 1996 “All eyez on me”, il suo quarto disco.
All’interno ci saranno collaborazioni come “California Love” (con Dr. Dre) e “2 of Amerikaz Most Wanted” (con Snoop Dogg).
L’album diventerà il più venduto nella storia dell’hip hop, con più di trentasei milioni di copie e riempirà inevitabilmente le tasche di Suge Knight.
La sua passione per la lettura non è mai svanita, si appassiona agli scritti di Niccolò Machiavelli che lo condizionano non poco nel suo futuro, infatti progetta un nuovo pseudonimo, Makaveli e il pensiero di uscire di scena per poter lavorare in maniera costante a scritture per la sua musica ad un livello alto di qualità, progetta uscite ogni cinque anni.
Anche il rapporto tra la vita e la morte è un pensiero frequente nella mente del genio musicale afroamericano, lavorerà su questo campo all’album che uscirà col nome di “The Don Killuminati: The 7 Day Theory”, la teoria dei 7 giorni, più volte ripresa e tenuta in vita soprattutto dai fan del cantante dopo la sua morte.
Tupac fonda anche un’etichetta discografica “The Makaveli”
In quegli anni si afferma anche la faida tra West Coast e quelli della East Coast. Tupac col suo lato artistico cercherà di affinare un po’ le vicende scrivendo alcuni brani per un album: “One Nation” album che resterà inedito fino alla sua uscita nel 2010 grazie anche alla collaborazione e l’impegno di alcuni artisti della scena rapper contemporanea.
Ma i suoi buoni propositi non bastarono a tenerlo in vita, ammesso che sia veramente andato come tutti sanno.
Il primo attentato
Era il 30 novembre del 1994 quando Tupac insieme ad alcuni suoi amici e collaboratori appena entrati nei Quad recording Studios di N.Y. vengono rapinati. Gli uomini che partecipano alla rapina erano armati e spararono al rapper cinque i colpi d’arma da fuoco che però non gli costarono la vita al rapper.
Il due rapinatori appena avvistati da Tupac saltarono subito all’occhio di quest’ultimo perchè vestiti in tute mimetiche. Nel momento in cui Shakur e i suoi furono davanti all’ascensore, i due uomini si avvicinarono al gruppo, estraendo delle pistole 9 mm e obbligandoli a stendersi a terra. La loro aggressione si concentrò soprattutto su Tupac, derubandolo di tutti i gioielli che indossava. Gli fu lasciato solamente un Rolex al polso, regalo dei presunti assalitori della rapina, secondo una teoria di Tupac. Dopo l’assalto il cantante fu trascinato nell’ ascensore e portato al piano superiore dove c’erano in quel momento vari rapper e figure della scena attuale americana del rap, tra cui Notorious BIG. Il loro atteggiamento sembrava alquanto singolare, poiché sembravano impressionati nel vedere Tupac ancora in vita. Da qui prende vita la rivalità futura tra Tupac e Biggie.
Trasportato poi al Bellevue Hospital Center ci resterà solamente un giorno, poi decide di andar via perché si sente in pericolo.
Da qui le paranoie saranno continue.
Il secondo agguato e la morte
Sono tante le presunte cause che abbiano scaturito l’attentato ai danni del rapper. Da notare che la stessa sera dell’aggressione armata Tupac aveva scatenato una una rissa tra componenti in gran parte della Bloods (celebre gang di Los Angeles) e un Crip (precisamente un Southside Crips) di nome Orlando Anderson, nella hall dell’albergo MGM Grand.
Luogo dove Tupac assistette all’incontro di pugilato tra Mike Tyson e Bruce Seldon tenutosi quella sera.
La polizia di Las Vegas non ha mai risolto ufficialmente il caso. Tupac dal momento del primo attentato aveva cominciato a badare bene a come si muovesse, si affida molto spesso a membri dei Bloods per la sua sicurezza e quelli della sua crew, la Death Row. Tupac portava quasi sempre anche un giubbotto antiproiettile, e quella sera non lo indossava. Dopo poco tempo ci fu un testimone che uscì allo scoperto dichiarando di poter identificare gli assalitori. Era Yafeu Kadafi Fula, amico di vecchia data di Tupac.
Ma Kadafi venne ucciso poco tempo dopo nel New Jersey.
Si potrebbe dire quasi in maniera certa che Tupac è l’unico artista al mondo ad aver pubblicato più dischi da morto anziché da vivo.
La madre dopo la sua morte fonda un’etichetta discografica, la Amaru Records.
Nel 1997 esce “R U still down”, dopo più di un mese l’album è già quattro volte disco di platino. L’anno successivo la madre crea un album con vari inediti del rapper, “Changes” si rivelerà una punta di diamante. Queste scene si ripetono per vari anni, Afeni forse tira un po’ troppo la corda. Nel 1999 viene pubblicato un libro con scritti e poesie di Tupac.
Lo stesso anno inizia a cavalcare l’onda del guadagno anche la Interscope Records che lancia “Still I Rise” un album di quindici tracce interpretate da Tupac e gli Outlaws.
Nel 2000 l’Interscope si ripete, ma questa volta coinvolge vari rappers che interpretano Tupac in vari brani. Siamo nel 2001 e ritorna alla carica la Amaru Records con “Until the end of time” che diventerà uno dei dischi migliori di quell’anno.
Bisognerà poi aspettare il 2003 per l’uscita del film su Tupac, narrato interamente dalla voce del rapper con del materiale recuperato. Non è finita, nel 2005 esce “Ready to die”.
Non si può quindi parlare di scomparsa di Tupac sul piano dell’artista, la sua musica gira ancora a mille tra le radio e i locali, sommato anche ai sui scritti e ai 7 film a cui ha partecipato ne fanno di lui un artista poliedrico che ha gettato le basi per un futuro florido e innovativo sul piano della scena musicale a cui apparteneva
A distanza di 27 anni ritorna a galla tutto, inaspettatamente.
Duane Davis Keffe D viene accusato di aver architettato la sparatoria che il 7 settembre del 1996 coinvolgerà uccidendo Tupac.
Duane Davis, un nome che risuonerà molte volte accostato alla vita del rapper sia durante la sua vita che dopo, anche lui lanciatosi del calderone dei “papponi” alla ricerca di introiti che venivano resi possibili dall’eco mediatico che ha ancora oggi il nome di Tupac Shakur.
Come accade nelle memorie ed in un documentario Netflix sull’omicidio, con la sua testimonianza dove conferma di essere presente quella sera, sul sediolino anteriore dell’auto da dove partirono i colpi.
Ma a premere il grilletto quella sera pare sia stato Orlando Anderson, appartenente alla banda con cui Tupac ebbe una lite nella hall dell’albergo di lusso MGM.
Tupac dopo la sparatoria viene portato in ospedale dove ci resterà per cinque giorni, il 13 settembre, alle 16:03 morirà per causa di un’improvvisa emorragia.