Il 13 giugno 2025, Firenze si prepara a vivere un evento epico: i Public Enemy, una delle band più influenti della storia dell’hip hop, saliranno sul palco del Firenze Rocks alla Visarno Arena. Il loro arrivo rappresenta una vera e propria pietra miliare per il festival, che continua a espandere i suoi orizzonti musicali, abbracciando sonorità e messaggi potenti provenienti dal mondo del rap e della cultura afroamericana.
Fondata a metà degli anni ’80 da Chuck D e Flavor Flav, la formazione dei Public Enemy ha letteralmente riscritto le regole del rap, trasformandolo in uno strumento di denuncia sociale. Con album storici come It Takes a Nation of Millions to Hold Us Back e Fear of a Black Planet, la band ha portato all’attenzione mondiale temi come il razzismo sistemico, l’oppressione, la brutalità della polizia e le disuguaglianze sociali. Le loro canzoni, come Fight The Power, Don’t Believe The Hype e Bring The Noise, sono diventate inni di protesta e consapevolezza per intere generazioni.
La loro partecipazione al Firenze Rocks, nella stessa giornata dei Korn (headliner dell’evento), Enter Shikari e Soft Play, promette un’esplosione di energia che unirà pubblico rock, metal e hip hop in una celebrazione unica della musica come veicolo di emozioni e cambiamento.
I biglietti per la giornata sono disponibili tramite i circuiti ufficiali Ticketmaster, TicketOne e Vivaticket. Maggiori informazioni sull’evento e sull’intera lineup del festival sono disponibili sul sito ufficiale: firenzerocks.it
Chi ama la musica che scuote, che fa riflettere, che rompe le regole e accende la miccia del pensiero critico, non può mancare a questo appuntamento: i Public Enemy sono pronti a portare il loro messaggio anche a Firenze. E sarà impossibile restare indifferenti.
Quando il Rap Diventa Protesta:
il Caso By the Time I Get to Arizona
Un episodio rivoluzionario nella storia dei Public Enemy, spesso meno citato ma di enorme impatto, è legato all’uscita del brano “By the Time I Get to Arizona” nel 1991. La canzone fu una durissima presa di posizione contro lo Stato dell’Arizona, che si era rifiutato di riconoscere ufficialmente il Martin Luther King Day come festività nazionale.
Con questo brano, i Public Enemy non solo misero al centro del dibattito una questione politica e razziale di primaria importanza, ma lo fecero con una carica espressiva e provocatoria che fece scalpore. Il videoclip, in particolare, rappresentava in modo simbolico e crudo la ribellione contro l’ipocrisia del potere politico, immaginando un’organizzazione afroamericana che si vendica contro i responsabili dell’ingiustizia.
Il messaggio era chiaro: non si trattava solo di una canzone, ma di un atto di denuncia sociale e culturale. In un momento in cui molti artisti evitavano di esporsi su temi scomodi, i Public Enemy hanno scelto la strada più coraggiosa e controversa, trasformando la musica in un grido politico. Questo gesto ha consolidato il loro ruolo non solo come pionieri dell’hip hop, ma anche come attivisti instancabili per la giustizia e l’uguaglianza.